Oggi purtroppo si registra in Italia( come in tutto il mondo)un forte degrado sociale e morale.
Aumentano in maniera esponenziale, giorno dopo giorno, i reati in seno alla famiglia e alla società.
In Italia oltre all’annoso problema delle mafie, sono aumentati i casi di omicidi, furti, rapine, episodi di bullismo, violenza sulle donne e teppismo.
Ormai l’Italia ( come anche il mondo) non è più un posto sicuro.
Se non fosse per la presenza degli “angeli in divisa”, sarebbe una catastrofe.
Ricordo all’Università, quando seguivo il seminario del grande Danilo Dolci, un giorno mi rivolsi a lui dandogli del “Lei”.
Lui mi rispose che il “lei” bisognava darlo solo ai Carabinieri, per il prezioso lavoro che svolgono.
La sua risposta mi fece riflettere, e giunsi alla conclusione che Danilo Dolci aveva ragione!
Incontrare le Forze dell’Ordine, sulle strade o in qualsiasi altro luogo, infonde sicurezza e fiducia.
Se non ci fossero loro, con il loro prezioso e fondamentale lavoro, saremmo al collasso.
Un lavoro che svolgono mettendo a repentaglio anche le loro vite.
Mi ha fatto tenerezza, in uno degli ultimi recenti casi di dolorosa cronaca, la risposta data da un ufficiale dei Carabinieri a un giornalista:” Lasciate fare il nostro lavoro”!
Cosa farebbe lo Stato Italiano e tutti noi senza i nostri “angeli in divisa”?
Sarebbe l’inferno! Loro rappresentano la nostra sicurezza.
Da qualche anno a questa parte, in molte scuole nell’ambito dei progetti di “Educazione alla legalità, viene svolto :“Il Poliziotto per amico e anche “Il Carabiniere per amico”, dove gli alunni, attraverso racconti, spiegazioni e video, hanno la possibilità di vedere l’importante lavoro delle Forze dell’Ordine, l’importanza del rispetto delle regole e la professionalità del personale di Stato pronto ad aiutarli e ad essere un punto di riferimento importante per la loro sicurezza e di tutta la cittadinanza.
Vediamo adesso in sintesi la loro storia.
Iniziamo dalla storia dei Carabinieri.
La costituzione dei Carabinieri risale alle Regie Patenti del 13 luglio 1814, che hanno attribuito al “Corpo dei Carabinieri Reali” la duplice funzione di difesa dello Stato e di tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica.
Considerati primo Corpo dell’Armata di terra sin dalle origini, i Carabinieri hanno mantenuto in permanenza questo singolare privilegio anche nell’ambito dell’Esercito del Regno d’Italia, come riconosciuto dal regolamento Organico, approvato con R.D. nel 1934, e come ribadito dalla legge 368/1940, che fissano l’ordinamento del Regio Esercito.
Si è consolidata così nel tempo la doppia essenza dell’Istituzione, organismo militare ad ordinamento speciale, che già nel 1922 è stata definita “Forza Armata in servizio permanente di pubblica sicurezza”, anticipando la formulazione della L. 121/1981.
Con il trascorrere del tempo, si è avvertita con sempre maggiore impellenza la necessità di aggiornare e dare organicità alle norme che regolavano la vita, il funzionamento ed i rapporti istituzionali dell’Arma, risalenti ad anni remoti o via via adottate in modo settoriale ed emergenziale.
Oggi l’Arma dei Carabinieri ha competenza generale permanente di pubblica sicurezza. È alle dipendenze del Ministero della difesa e del Ministero dell’interno. Ha compiti di polizia militare sulle altre tre forze armate, in Patria ed all’estero, ed è parte della Forza di gendarmeria europea. Al vertice vi è un comandante generale con il grado di generale di corpo d’armata.
La Protettrice dei Carabinieri è la Virgo Fidelis che venne proclamata Patrona dell’Arma dei Carabinieri l’11 novembre 1949, data della promulgazione di un apposito Breve apostolico da parte di papa Pio XII.
La ricorrenza è il 21 novembre, giorno in cui si ricordano la Presentazione di Maria Vergine e la Battaglia di Culqualber.
Veniamo adesso una sintesi della storia della Polizia.
Nel 1814 il Regno di Sardegna, con le Regie Patenti del 13 luglio, crea la ‘Direzione del Buon Governo’.
Un’unica amministrazione, con potestà di polizia, amministrative e giudiziarie delegate ai Governatori e ai Comandanti militari, affiancata dai Carabinieri Reali, anch’essi allora istituiti, come strumento esecutivo di tale indirizzo. Il tutto è sotto la regia politica del Ministero della Guerra e della Marina, che dal 1847 viene definitivamente affidata al Ministero dell’Interno con la Direzione di Polizia.
L’anno seguente, nel 1848, in concomitanza all’applicazione dello Statuto, su iniziativa di Re Carlo Alberto e del ministro Pier Dionigi Pinelli, nasce l’Amministrazione della Pubblica Sicurezza, che scalza nei suoi compiti la Direzione di Polizia.
La riforma prevede che le funzioni di Pubblica Sicurezza siano affidate unicamente a civili, seguendo il criterio di una diversa competenza territoriale. Al vertice della Divisione Amministrativa ( gruppo di più province) è l’Intendente Generale; la singola provincia è diretta dall’Intendente; nei Mandamenti abbiamo i Delegati e i Sindaci di nomina governativa nei comuni. A Torino e Genova, capoluoghi di divisione, dipendono direttamente dall’Intendente Generale i Questori assistiti dagli Assessori e dagli Apparitori. Il braccio operativo sono sempre i Carabinieri Reali, mentre nei capoluoghi di divisione s’impiegano i Carabinieri Veterani, costola dei primi; può intervenire a sostegno della Forza Pubblica anche la Guardia Nazionale.
Poco dopo la metà del secolo, nel 1852, nasce il Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza alle dirette dipendenze dell’Autorità di P.S., per far fronte alle crescenti esigenze di ordine pubblico, dovute anche agli esiti della prima Guerra d’Indipendenza. Si tratta di un Corpo militarmente organizzato, unico esempio nell’Europa del tempo, elemento distintivo che suscita accese polemiche sul piano politico. Nell’espletamento dei suoi compiti di polizia, data l’esiguità del suo organico, può essere affiancato dai Carabinieri Reali, dalla Guardia Nazionale e dalla truppa, mentre al contempo scompaiono i Carabinieri Veterani.
Nel 1859, poco dopo la fine della seconda Guerra d’Indipendenza, Urbano Rattazzi introduce un nuovo ordinamento per la P.S. che investe anche il personale; scompare la qualifica di assessore per far posto a quella di ispettore; viene inserita quella di applicato; permane quella di delegato.
Oggi la Polizia è divisa in sottocategorie a seconda della specialità (es. Polizia stradale, Polizia ferroviaria, Polizia postale etc.). Inoltre, se la Polizia di Stato opera a livello nazionale, è altresì importante sottolineare come esistano anche corpi di polizia locale, come la Polizia provinciale e la Polizia municipale. Oltre a vigilare sull’ordine pubblico, provvedendo quindi alla sicurezza della popolazione, fornisce soccorso in caso di infortuni e altro ancora.
Il protettore della Polizia è San Michele Arcangelo, proclamato da Papa Pio XII nel 1949.
Infine la storia della Guardia di Finanza.
La storia dei finanzieri ebbe inizio il 1° ottobre del 1774, data di istituzione a Torino del primo Corpo specializzato in compiti di difesa militare delle frontiere e di vigilanza del “cordone doganale”: la Legione Truppe Leggiere. La Legione acquistò ben presto rinomanza, per il servizio svolto in tempo di pace e durante le campagne militari sabaude dal 1792 al 1796. Tra gli Stati preunitari che intrapresero iniziative simili vi fu quello Pontificio che nel 1786 creò la Truppa di finanza.
Durante il “decennio francese”, poi, gli stati della penisola costituirono Corpi di finanza simili tra loro ma variamente denominati. Constatatane l’utilità, vennero mantenuti anche dopo la Restaurazione, contribuendo poi alla causa unitaria con la partecipazione ai moti insurrezionali dal 1821 al 1848, comprese le Cinque giornate di Milano e la difesa della Repubblica Romana nel 1849.
Unificata l’Italia, nel 1862 i Corpi di finanza dei cessati Stati italiani vennero unificati nel Corpo delle Guardie Doganali, mobilitato poi per la III guerra d’Indipendenza nel 1866 e per la presa di Roma del 1870. Dopo tale data, il Corpo subì ampie riforme: nel 1875 i finanzieri ebbero le Fiamme Gialle, simbolo dell’Istituzione; nel 1881 il Corpo venne denominato Guardia di finanza, mentre nel 1906 gli venne dato un ordinamento militare autonomo.
È del 1907, invece, la concessione delle stellette, seguita nel 1911 dalla concessione della bandiera di guerra. Nel 1911-12 la Guardia di finanza partecipò alla guerra italo-turca fornendo, infine, un significativo contributo durante la Grande Guerra. Il Corpo vi partecipò con 18 battaglioni mobilitati ed il naviglio, distinguendosi in numerosi fatti d’arme. Tra tutti, ricordiamo le operazioni condotte tra il 21 giugno ed il 5 luglio 1918 dai Battaglioni VII e VIII, oltre a quelle compiute in Albania nello stesso periodo dai Battaglioni XVI e XVIII, che conquistarono il Mali Viluscia. In ricordo di quelle eroiche gesta, la festa anniversaria della Guardia di finanza è stata definitivamente fissata il 21 giugno.
Oggi la Guardia di Finanza ha competenza generale in materia economica e finanziaria. È dipendente dal Ministro dell’Economia e delle Finanze. Gli appartenenti al corpo sono normativamente definiti come agenti di polizia tributaria, a cui è demandato l’accertamento e la repressione delle violazioni finanziarie.
La Guardia di Finanza festeggia il proprio patrono San Matteo Apostolo. La conversione di Matteo, un esattore delle imposte del tempo, un “pubblicano”, secondo la narrazione evangelica, fu opera dello stesso Gesù, che lo scelse per far parte del gruppo degli Apostoli, con un semplice “seguimi”.
Come si evince : Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza vantano una storia importante e nobile, come nobile è il loro impegno, volto alla sicurezza di tutti.
Sono degni di rispetto e ammirazione perché sono gli angeli di tutti noi.
Caterina Sorbara