“Da Delfi a Polsi. Sibille in viaggio tra passato e presente” è il tema della conferenza che la Prof.ssa Mariangela Monaca, Ordinario di Storia delle religioni presso il DICAM- Università di Messina e Coordinatore del Corso di Laurea Magistrale in “Scienze Storiche. Società culture e istituzioni d’Europa” nonché esperta a livello internazionale delle questioni inerenti alla rivelazione sibillina dal mondo greco, al cristianesimo, alle tradizioni popolari, che pubblicato l’unica traduzione italiana degli Oracoli Sibillini, terrà giovedì 8 agosto alle ore 18,00 presso la Sala del Museo Archeologico di Reggio Calabria nell’ambito degli incontri dedicati alla “Percezione dell’Antico” promossi dall’Associazione Culturale Anassilaos, congiuntamente con il MAaRC e con il patrocinio del Dipartimento di Civiltà Antiche dell’Università di Messina. La conferenza si propone di presentare all’uditorio un personaggio che costituisce, per così dire, un unicum nel repertorio dei personaggi altri (profeti, indovini, maghi o taumaturghi) che la nostra storia conosce: lei è Sibilla, a tutti nota come profetessa greca invasata dal dio Apollo, che con la sua voce ha travalicato mondi e contesti religiosi, configurandosi proprio come una rivelazione libera e mobile nello spazio e nel tempo. Donna dai molti nomi: nomi di profetesse di cui si narra la storia, tutte appartenenti ad una medesima tipologia di donne invasate, legate ad un dio ma non ad un santuario o ad una sede oracolare, libere di spostarsi da una località ad un’altra, di trasformarsi e moltiplicarsi, e di subire continue metamorfosi. La Persiana, la Libica, la Delfica, la Cimmeria e l’Eritrea, ed ancora la Samia, e poi la settima Cumana, e poi l’Ellespontica, e infine la Frigia, e la Tiburtina: donna dai molti nomi e dalle molte somiglianze, questa è Sibilla. Di lei parlano le fonti che la descrivono come una voce «senza ornamento e belletto» che esce da una bocca furente, che dura «mille anni» annunciando spontaneamente le tristi vicende dell’umanità: Sibilla così è descritta in un frammento di Eraclito trasmessoci da Plutarco, primo paradigma della sua facies divinatoria, che rimarrà immutato nei secoli. Lei, diversa da tutte le altre profetesse per la sua indipendenza, diviene poi una maestra, una maga o forse una strega. Attraversa le saghe medievali, compagna di Merlino, ed il romanzo del Guerrin Meschino fino ad arrivare alle montagne di Polsi dove ancora “vive”: Lei – nota come Mamma Sibilla, Maestra della Madonna quando era bambina – “ancora vive e sta sull’Aspromonte e tutti quelli che vanno da lei rimangono stregati” (“ancura campa ed è all’Asprumunti, e tutti chiddi chi vannu arrestanu ammagati”).