L’attore e regista è deceduto “sereno” nella sua casa a Douchy.
Ad annunciare la scomparsa sono stati i suoi tre figli tramite un comunicato stampa congiunto: “Estremo dolore”. Affetto da anni da linfoma, Delon si era ritirato dalle scene nel 2018.
Nnato a Sceaux (Seine) l’8 novembre 1935, figlio del gestore di un piccolo cinema e di una commessa, separati.
Alain Delon fa l’impiegato di macelleria e a 17 anni si arruola nella marina militare francese. Nel 1953 viene destinato al corpo di spedizione nel Sud-est asiatico, gruppo impegnato nella Guerra d’Indocina.
Congedato nel 1956, inizia a frequentare l’ambiente parigino conoscendo intellettuali e protagonisti dello spettacolo.
Recita in teatro e successivamente viene notato da alcuni produttori cinematografici.
Inizia così la brillante carriera di Alain Delon, che raggiunge la fama mondiale negli anni ’60 recitando in “Rocco e i suoi fratelli”, “Il Gattopardo”, “L’eclisse”, “La piscina” e “Frank Costello faccia d’angelo”.
Tantissimi ruoli che gli hanno consentito di vincere nel 1985 il Premio César – gli Oscar del Cinema francese – come migliore attore per il film Notre histoire, il David di Donatello, l’Orso d’oro alla carriera al Festival di Berlino, mentre nel 1963 ha ottenuto una candidatura ai Golden Globe per il film Il Gattopardo, mentre nel 2019 gli è stata data la Palma d’oro alla carriera a Cannes. L’ultima volta che è apparso in un film è stato nel film Asterix alle Olimpiadi di Frédéric Forestier e Thomas Langmann, mentre nel 2017 ha annunciato il ritiro dalle scene.
Il presidente francese Emmanuel Macron rende omaggio a Delon con queste parole sui social: “Monsieur Klein o Rocco, il Gattopoardo o il Samurai, Alain Delon ha interpretato ruoli leggendari e ha fatto sognare il mondo. Prestando il suo volto indimenticabile per stravolgere le nostre vite. Malinconico, popolare, segreto, era più che una star: un monumento francese”.
L’Italia ha infinitamente amato l’attore dalla bellezza mozzafiato, ricordandolo sempre nelle vesti del desiderato Tancredi del “Gattopardo”.
Caterina Sorbara