L’impatto dei nuovi dazi Usa sul costo dei dispositivi elettronici

(Adnkronos) – Con l’entrata in vigore dei nuovi dazi annunciati dall’amministrazione statunitense, si prospettano importanti ripercussioni sui costi dei beni elettronici importati negli States. A partire da oggi, molte merci provenienti da Paesi già soggetti a una tariffa base del 10% — introdotta il 5 aprile — saranno sottoposte a un ulteriore aumento tariffario. Il provvedimento, annunciato dalla Casa Bianca lo scorso 2 aprile, è stato giustificato come una misura “reciproca”, sebbene la metodologia di calcolo risulti atipica rispetto agli standard internazionali. Contestualmente, è stato dichiarato lo stato di emergenza nazionale, specificando che le nuove tariffe rimarranno in vigore fino a quando il presidente non riterrà che la minaccia rappresentata dal disavanzo commerciale e dal trattamento commerciale non equo sia stata eliminata o adeguatamente affrontata. Tra i mercati più colpiti figurano la Cina, con un dazio effettivo del 104%, l’Unione Europea con un 20% e il Vietnam con un 46%. L’effetto combinato di questi aumenti determina un raddoppio, o in alcuni casi una triplicazione, del costo complessivo di importazione, incidendo in modo significativo sui prezzi finali di componenti elettronici, dispositivi di consumo e prodotti tecnologici. Le prime conseguenze sul mercato non si sono fatte attendere: Nintendo ha posticipato i preordini della nuova console Switch 2, Jaguar Land Rover ha sospeso le spedizioni verso gli Stati Uniti previste per aprile, e aziende come Framework e Razer hanno interrotto temporaneamente le vendite di alcuni modelli di laptop. Anche Micron, produttore statunitense di chip di memoria, ha annunciato l’introduzione di un supplemento tariffario a partire dal 9 aprile, qualora l’inasprimento delle tariffe fosse stato confermato, aprendo la strada a un possibile effetto domino tra altri attori del settore. Nel frattempo, l’Unione Europea si prepara a votare l’introduzione di misure tariffarie di risposta, aprendo a un possibile scenario di tensioni commerciali prolungate che rischia di ripercuotersi su catene di approvvigionamento globali e sui consumatori finali. —tecnologiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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