NO ai social sotto i 16 anni

Anche se spesso le tecnologie migliorano la qualità della vita, ormai è assodato che prima dei 14 anni d’età avere uno smartphone personale può risultare molto dannoso così come aprire, prima dei 16 anni, un proprio profilo personale sui social media.

Le neuroscienze hanno ormai dimostrato che ci sono aree del cervello fondamentali per l’apprendimento cognitivo, il cui sviluppo non avviene pienamente se il minore porta nel digitale attività ed esperienze che dovrebbe invece vivere nella realtà.

In età prescolare, l’utilizzo dello smartphone porta ad alterazioni della materia bianca nelle aree cerebrali fondamentali per sostenere l’apprendimento della letto-scrittura.

I fatti, inoltre, dimostrano che nelle scuole dove lo smartphone non è ammesso, gli studenti socializzano e apprendono meglio. Prima dei 14-15 anni, il cervello emotivo dei minori è molto vulnerabile all’ingaggio dopaminergico dei social media e dei videogiochi.

Anche nelle scuole bisogna essere coerenti con quello che ci dicono le neuroscienze. Smartphone e tablet devono essere usati solo dai docenti per arricchire le proposte didattiche senza prevedere l’uso autonomo degli studenti, né in classe e né in casa, almeno fino al compimento del quindicesimo anno d’età.

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