Parte la nuova stagione teatrale al “Vittorio Emanuele” di Messina

Quasi in perfetto orario è iniziata la conferenza stampa di presentazione della stagione teatrale 2024-25. I lavori si sono svolti nella Sala sono stati introdotti da Orazio Miloro, commissario straordinario del Teatro “Vittorio Emanuele” di Messina. Due le criticità l’orchestra del teatro che non sono rimaste taciute: l’orchestra non ha ancora raggiunto una piena stabilizzazione; le difficoltà economiche continuano con la nomina del consiglio di amministrazione che non arriva.

L’Assessora regionale Elvira Amata ha subito annunciato di essere «Impegnata a Siracusa per il G7 dell’Agricoltura che sta rappresentando una grande occasione per la Sicilia. Sono davvero soddisfatta – ha detto – dei passi avanti che il Teatro sta facendo, un lavoro per la città di Messina per funzionare e noi Istituzioni dobbiamo impegnarci. Un calendario ricco di date e contenuti proposto dal nostro Ente con una particolare attenzione alla nostra orchestra e di questo vi devo ringraziare. Sono certa che anche in questa stagione ci sarà il calore del pubblico».

Il sindaco Federico Basile, impaginato con lo sbaraccamento in città, è intervenuto brevemente: «Mi sarebbe piaciuto che ci fossero stati i componenti del CdA, ma sono certo che ci saranno altre occasioni. La collaborazione, nata con il teatro, va al di là delle iniziative e degli eventi. Il teatro non è solo quello che c’è dentro le mura degli edifici, ma anche ciò che c’è all’esterno. Vi auguro una prosecuzione di lavori sempre più in sinergia e so che il Teatro di Messina abbia tutto ciò che serve, non solo la cultura ma anche la grande partecipazione».

Il commissario Miloro ha preso ora parola per porre l’accento sull’operato dell’Ente: «L’ Ente vuole ricreare ricadute artistiche e culturali. Il mese d’agosto è stato un mese importante. Tramite il PNRR siamo riusciti ad ottenere un finanziamento che ci sta aiutando per interventi strutturali per rendere il teatro sempre più efficiente. Con il conservatorio Corelli metteremo in scena “La cavalleria rusticana”. Le nostre attività devono fare i conti con le disponibilità e le risorse che abbiamo».

È stata, poi, la volta del Soprintendente, l’Avv. Scoglio: «Il lavoro è della città. L’anno scorso è andata in scena l’Aida che rappresentava il terremoto mentre la città di Messina che resisteva. La nostra orchestra ha suonato a Siracusa, a Catania e ovunque è andata ha riscosso i suoi risultati. Questo è il luogo in cui tutti ci possiamo incontrare, dove non c’è separazione. Ci può essere critica, ma è indispensabile. Dopo anni, introduciamo il jazz che non ha avuto la possibilità di riprendere. Un’altra novità è il primo concorso di musicisti dell’ ‘800».

Giovanni Anfuso, neo direttore della Sezione prosa del teatro più antico di Sicilia: «Devo rivolgere un saluto speciale al sprintendente che è stato il primo a mettermi nelle condizioni di essere operativo in questo ruolo. Messina ha fatto nei fatti un grande investimento nelle risorse di questa terra. Mi hanno chiamato e mi hanno detto: “Vorremmo fare investimenti in cultura”, quando l’Italia ha tolto dall’agenda l’investimento in cultura. Solo dei pazzi potrebbero fare una cosa del genere –. e ha aggiunto – Se un ragazzo si emoziona davanti ai Girasoli di Van Gogh poi ci penserà due volte a gettare la carta per strada. Il teatro rende i cittadini più permeabili alla socialità. Vorrei che questo teatro diventasse un albero che desse i frutti. So che c’è bisogno del tempo, so che i territori ci guardano. Messina deve essere un riferimento per sé stessa e per gli altri territori. Vorrei che Messina diventasse un centro propulsivo, di arte, di cultura e di teatro».

Brevissimo l’intervento dell’attrice messinese Roberta Catanese: «Sono molto emozionata, non solo come attrice ma anche come cittadina messinese». Poi, l’altro direttore artistico, Matteo Pappalardo: «La stagione è in continuità, non può essere la stagione di 30-40 anni fa; mantiene fermi alcuni riferimenti come il sinfonico e la lirica».

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Pubblicato da MARIA SALOMONE

Giornalista pubblicista per lavoro ma per passione definita “la biro velenosa”.

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